A Varese la seconda ondata di Covid non può considerarsi ancora conclusa e se ce ne fosse davvero in arrivo una terza, non si partirebbe da zero come a ottobre, ma già con un numero di pazienti ricoverati molto alto. Sono 222 quelli presenti nei reparti Covid di Varese, 19 in terapia intensiva. Lontani dai 642 del picco di novembre, ma comunque ancora troppi e soprattutto, dopo un primo calo, il numero si è attestato intorno ai 200 e non accenna a diminuite.
Anzi, se si dovesse valutare l'avvicinamento di una terza ondata, i dieci ricoveri di pazienti Covid registrati in un solo giorno tra venerdì e sabato, potrebbero considerarsi indicativi. È chiaramente troppo presto per considerarli un segnale allarmante e bisogna anche scongiurarlo perché, se si partisse con una terza ondata da questi numeri, con la risalita anche dei pazienti Covid negativi assistiti, sarebbe difficile gestirla: il personale dei reparti Covid lavora ancora su turni di 12 ore, è provato e non ce la farebbe a tornare subito in trincea.
Una terza ondata significherebbe anche dover rimodulare tutte le altre attività ospedaliere che stavano rientrando a regime. Si pensi all'attività chirurgica per esempio, che oggi è tornata ad operare al 90%, potendo disporre anche di più posti in terapia intensiva, ma che rischierebbe di essere di nuovo sospesa.