Si torna a far accomodare la clientela nei locali da lunedì e questo fa scoppiare il cuore di gioia. Ma con la zona gialla resta quell’ombra pesante della sera, nei bar di non poter fare l’aperitivo che era un momento clou, così nei ristoranti e nelle pizzerie di Busto di non poter avere ancora nessuno a tavola per la cena: era fatturato, era vita. Per tutti, per molti ancora di più.
Come alla pizzeria "Da Mimmo” di Sacconago, dove la sera significa pizza e musica, l’immancabile Domenico nelle vesti di Pulcinella, il karaoke, tutte cose che mancano da molto, troppo tempo.«La zona gialla migliora la situazione certo – commenta il figlio Angelo Rossi, accanto al fratello Massimo – Però solo il mezzogiorno è penalizzante per un locale come il nostro, che non si trova nel centro di Busto. Sempre meglio di non fare niente. Ma qui dentro ci sono 50 anni di lavoro, abbiamo dato tutto il nostro sangue e siamo fermi da quasi un anno».
Nell’infuriare della zona rossa e arancione, ci si è dati da fare, come sempre: con l’asporto e il domicilio. «Lo si faceva più per il rapporto con i clienti – sottolinea Angelo – che per il guadagno». Rimane la tristezza di Mimmo che non può portare la sua allegria partenopea, come fa da tanti anni.
Anche al Bar Franco Enoshop ci si è affrettati ad avvisare i clienti del ritorno a una seminormalità, qualche aggiustamento ad esempio sul menù speciale del mercoledì che d'asporto ritorna il venerdì sera e il sabato mezzogiorno. Ci si arrangia e si aspettano i fedelissimi anche dagli altri Comuni: «Speriamo sia solo l’inizio – rimarca Renato Bozzetti – Perché lavorare fino alle 18 è limitato. Il momento importante per noi è l’aperitivo, la degustazione. Abbiamo venduto le bottiglie in questo periodo, ma è la mescita che manca. Adesso abbiamo ripreso anche con i piatti cucinati nel nostro laboratorio, sì, per ricostruire il giro che c’era prima».
Con un pensiero: «Magari la gente torna a casa e si ferma, tutti tentativi che stiamo facendo. È bruttissimo continuare a lavorare così, cambiando sempre ma teniamoci almeno questa apertura fino alle 18 e alcuni clienti di Gallarate e Legnano già ci hanno detto che sono pronti a tornare».
Domenica di preparativi alla Caffetteria Manzoni 17. Pur consapevoli che oltre all’orario ridotto, c’è un altro nemico: «Lo smart working – spiega Stefano Cozzi – Prima venivano qui a pranzo i clienti che lavorano negli studi vicino o in banca. Ora molti sono a casa oppure le abitudini sono cambiate e la gente si porta da mangiare in ufficio». La felicità sarà servire il primo caffè, questo sì: «Finora abbiamo fatto asporto e consegna a domicilio, ma non si riusciva a campare, si pagavano le spese quando andava bene. Piuttosto che niente è meglio piuttosto, si dice».
La speranza è che con la zona gialla, i clienti si fermino con serenità e le paure si allontanino. Perché è anche questo aspetto psicologico che coglie Stefano Cozzi: «Sì, c’è ancora mota paura e la gente ha voglia di vivere, ma fuori. Chi non ha dehors, ha più problemi».