Continuano le polemiche all'interno del consiglio di amministrazione della Fondazione Bernacchi Gerli Arioli che gestisce la casa di riposo di Gavirate; il presidente Giuseppe Bassi, la vicepresidente Laura De Bernardi e i consiglieri Renato Sempiana e Giovanni Speziani Frattini, in una nota, replicano ai tre consiglieri di nomina comunale che ieri hanno rassegnato le dimissioni, Angela Lischetti, Emanuele Mondini e Mario Achilli Pelli, lamentando mancanza di confronto e costante disaccordo nella guida della rsa, su cui pesa un'importante situazione debitoria.
«Prendendo atto delle dimissioni in blocco dei tre consiglieri di nomina comunale - si legge nel comunicato firmato dalla "maggioranza" del consiglio di amministrazione, ovvero dal presidente Bassi, dalla vice De Bernardi e dai consiglieri Sempiana e Speziani Frattini - non se ne condividono, né se ne accettano le motivazioni in quanto si torna a ribadire che fin da subito è risultato chiaro ed evidente che non si trattava di un Cda "dialogante" perché all'interno dello stesso sedevano consiglieri del tutto lontani ed avulsi dalla gestione ordinaria e quotidiana della Fondazione, consiglieri le cui proposte risolutive per non ricorrere al finanziamento chirografario e non mutuo, di cui si è tanto chiacchierato nei giorni scorsi si sono tradotte, elencate per improponibilità e difficoltà di attuazione crescente, in un piano di dilazione dei pagamenti verso i fornitori; in un’intesa sindacale per dilazionare il pagamento delle tredicesime, che non è mai stata presa in considerazione un'idea così sciocca, con tutto quello che i dipendente hanno dato, in sacrifici, condizioni di lavoro a contatto con persone infette da Covid, soprattutto sacrifici per le loro famiglie, che sono stati costretti a vivere in isolamento all’interno delle loro abitazione, anche senza essere contagiati, nell’aumento delle rette (proprio al termine di un anno che ha costretto tutti, lavoratori e familiari degli ospiti, a sacrifici e sforzi di non lieve entità); nella messa in vendita di uno stabile di proprietà attualmente dismesso, fatiscente e pericolante e da ricondizionare anche con il coinvolgimento e sentito il parere delle istituzioni locali in quanto l’eventuale alienazione soggiace a ben precisi vincoli non facilmente sormontabili. Il Cda che rimane in carica non è prevenuto nei confronti di nuove proposte e suggerimenti gestionali di natura aziendale e amministrativa, purché gli stessi siano fattivi, efficaci e attuabili con i dovuti tempi e modi. Com'è noto, la Fondazione persegue sul territorio alti obiettivi morali e sociali che l’attuale Cda, così come il precedente, ben conosce e svolge. Il conseguimento di tali obiettivi deve portare tutti a riflessioni e provvedimenti che siano conseguibili, oltre che ragionevoli. All’interno della Fondazione si è quotidianamente e continuamente all’opera, in maniera fattiva e con la collaborazione di tutti coloro che ivi operano magari in maniera silenziosa e non con commenti aprioristici, per il bene e la sussistenza della struttura. È questa la direzione verso la quale occorre muoversi in tempi difficili come gli attuali, senza preconcetti o fazioni ma con il reciproco rispetto per il lavoro già svolto ed ancora da svolgere». Dal consiglio di amministrazione della Fondazione fanno notare anche che in ogni caso il consigliere dimissionario Mondini non sarebbe stato più compatibile con la carica in casa di riposo perché nel consiglio comunale di Gavirate in programma il 23 dicembre subentrerà, come primo dei non eletti nella lista di maggioranza, alla dimissionaria Valentina Casacalenda.