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Economia | 04 dicembre 2020, 15:15

Nuovo Dpcm. Confesercenti: «Un grave errore chiudere i negozi nei centri commerciali»

L'associazione chiede che «il Governo intervenga e corregga il provvedimento che costringerebbe le attività a chiudere per 13 giorni a dicembre, compresi anche quelli tra il 5 e l'8 quando inizia la corsa ai regali»

Nuovo Dpcm. Confesercenti: «Un grave errore chiudere i negozi nei centri commerciali»

«Con lo stop nei giorni festivi e prefestivi a dicembre attività chiuse per 13 giorni. Fermi anche tra il 5 e l’8 dicembre, quando inizia la corsa ai regali. Chiederemo subito sospensione cautelativa della misura». Confesercenti in una nota, critica il nuovo Dpcm del Governo in vigore da oggi e che sarà valido fino a metà gennaio. 

«Continuare ad obbligare i negozi dei centri e delle gallerie commerciali in tutto il territorio nazionale a chiudere nei giorni festivi e prefestivi è un grave errore, da correggere subito - prosegue il comunicato dell'associazione - anche perché, a dicembre, i giorni festivi e prefestivi sono molti: in totale 13 giorni sui 28 rimanenti del mese, praticamente la metà, con uno stop di quattro giorni dal 5 all’8 dicembre, proprio all’inizio della corsa ai regali. Così si crea non solo un danno economico irreparabile alle imprese, ma si introduce anche un elemento distorsivo della concorrenza: negozi della stessa tipologia, all’esterno dei centri commerciali, potranno infatti rimanere aperti. Per non parlare dell’online. Già due settimane fa, abbiamo presentato istanza di ricorso al Tar per la stessa questione. Adesso procederemo subito ad un nuovo ricorso, chiedendo la sospensione cautelativa immediata della misura. Si tratta infatti di un provvedimento contraddittorio e penalizzante, che si accanisce solo ed esclusivamente su una porzione di esercenti, scegliendoli in modo del tutto arbitrario, perché si stabilisce la chiusura dei negozi solo sulla base della dislocazione. Una scelta che infligge un colpo durissimo ai circa 80 mila negozi non alimentari dei centri commerciali per i quali – oltre al danno – c’è la beffa: le imprese dei centri commerciali, nella zona gialla e nella zona arancione, non hanno diritto a ristori. Il provvedimento rischia di essere inefficace anche dal punto di vista della sicurezza: la chiusura dei soli esercizi nei centri commerciali creerebbe infatti un proporzionale rischio di maggiore affollamento presso i negozi all’esterno dei centri commerciali, che vendono i medesimi prodotti e rimangono aperti, determinando anche sotto il profilo concorrenziale il correlativo spostamento di clientela. Uno spostamento che potrebbe diventare anche definitivo: per questo chiediamo al Governo di intervenire subito e correggere il provvedimento, dando anche ai negozi nei centri e nelle gallerie commerciali la possibilità di lavorare, seguendo le stesse regole di sicurezza del resto della rete commerciale». 

Redazione

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