Nelle scorse settimane un gruppo di cinghiali ha devastato gli orti di Villa Baragiola che il Comune di Varese ha affidato al Banco Alimentare "Nonsolopane" per implementare una attività di orto e frutteto sociale per produrre frutta e verdura destinata ai bisognosi e che da quest'anno è coadiuvato dai ragazzi dell'Isis Newton di Varese indirizzo “Agricoltura, sviluppo rurale, valorizzazione dei prodotti del territorio e gestione delle risorse forestali e montane”. Il progetto è stato ideato a seguito della legge contro lo spreco alimentare di cui la deputata varesina Maria Chiara Gadda è stata prima firmataria.
Confagricoltura Varese, sensibilizzata sul tema proprio dalla stessa Gadda, decide di intervenire direttamente donando una recinzione elettrificata che permetterà di tenere lontani i cinghiali dagli orti della storica Villa comunale; la messa a dimora è curata personalmente da Ferruccio Badi, una vera e propria autorità in materia di difese da fauna selvatica. «Ben volentieri - spiega Badi - Confagricoltura Varese viene incontro fattivamente alle esigenze dell’ ISIS Newton ma dobbiamo avere tutti la consapevolezza che la soluzione al problema dei cinghiali non può essere la sola recinzione: non dobbiamo pensare di dover recintare il mondo per permettere le normali attività produttive». Rincara la dose il presidente dell’associazione varesina degli agricoltori Giacomo Brusa: «In questi tempi difficili per tutti siamo a ricordare che il problema della fauna selvatica non riguarda solo gli agricoltori e la difesa del proprio lavoro. Purtroppo nel corso del 2020 sono stati numerosi gli incidenti stradali anche mortali dovuti all’attraversamento dei cinghiali; un fenomeno gravissimo cui occorre porre subito rimedio. Il problema dei cinghiali e della fauna selvatica più in generale è particolarmente sentito nella nostra Provincia. Non fanno purtroppo oramai più notizia i danni alle coltivazione o i ritardi nei risarcimenti, fa notizia quando un cervo entra in un autobus come è recentemente successo in Valganna o quando i cinghiali arrivano nei parchi cittadini e devastano il verde pubblico. La situazione è insostenibile, bene ha fatto il presidente della Comunità Montana del Piambello Paolo Sartorio a chiedere l'immediata apertura della caccia, richiesta alla quale gli agricoltori varesini evidentemente si associano».
«E’ necessario ripensare l’intera strategia di contenimento della fauna selvatica che anche per via dei ripetuti lockdown da Coronavirus si avvicina sempre di più alle città. E’ indispensabile prevenire un’eccessiva riproduzione degli animali: rischiamo che fra qualche mese il fenomeno sia non più gestibile, con danni incalcolabili per le attività agricole. Naturalmente al centro della preoccupazione di Confagricoltura ci sono gli agricoltori. La situazione – continua Brusa - è insostenibile per tanti agricoltori, che chiedono risarcimenti certi e rapidi» e al riguardo auspica «una soluzione per consentire un rapido indennizzo delle aziende danneggiate che non rientri nel tetto del "de minimis" aziendale; è paradossale che un risarcimento all’agricoltore per i danni provocati dalla fauna selvatica, che ricordiamo per norma di Legge è di proprietà dello Stato e di cui lo Stato dovrebbe direttamente rispondere, debba invece essere considerato un aiuto di stato e di conseguenza soggetto alle relative limitazioni, come prevede una pessima interpretazione della normativa vigente».