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Economia | 05 novembre 2020, 14:11

Zona Rossa. Il grido d'allarme di Coldiretti Varese: «Chiusura per quasi 4 mila bar e ristoranti in provincia»

«Ci saranno gravi conseguenze anche per le filiere - dichiara il presidente varesino dell'associazione Fernando Fiori - ripercussioni pesanti sul comparto agricolo provinciale, con disdette di ordini per tanti prodotti che trovano nella ristorazione un importante mercato di sbocco»

Fernando Fiori

Fernando Fiori

 

Una perdita di fatturato di almeno un miliardo di euro in Lombardia: è l’effetto della chiusura per un intero mese degli oltre 51 mila tra ristoranti, agriturismi, bar e pizzerie situati in Lombardia, che andrà a colpire quasi 4000 esercizi di ristorazione della provincia di Varese. E’ quanto stima la Coldiretti provinciale sulle conseguenze del lockdown per cercare di arginare la diffusione del coronavirus, in riferimento all’emanazione del nuovo DPCM che entrerà in vigore domani: nel dettaglio la chiusura forzata della ristorazione in Lombardia, con bar, ristoranti e pizzerie costretti a tenere abbassate le saracinesche, costerà in un mese 250 milioni di euro in mancati acquisti di cibo e bevande lungo la filiera agroalimentare, secondo le stime di Coldiretti.

«La Lombardia – spiega Coldiretti Varese attraverso il presidente Fernando Fiori – è la regione italiana con il maggior numero di locali per il consumo di cibo e bevande fuori casa e il settore è particolarmente strategico in una provincia che è anche punto di transito e meta turistica». Gli effetti della chiusura delle attività di ristorazione – continua il presidente di Coldiretti – «si fanno però sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare del Varesotto con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco». A preoccupare – conclude Coldiretti Varese - sono anche le limitazioni a carico delle aziende agrituristiche che si trovano in grande difficoltà quest’anno per le misure di contenimento già adottate e il crollo del turismo. Le limitazioni alle attività di impresa «devono dunque prevedere un adeguato e immediato sostegno economico lungo tutta la filiera per salvare l’economia e l’occupazione in un settore chiave del Made in Italy».

 

Redazione

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