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Economia | 31 ottobre 2020, 15:00

Aziende e lavoratori sempre più digitali: il lockdown ha stravolto le esigenze nel Varesotto

È quanto emerge dall’indagine sugli effetti del lockdown nel terziario promossa dagli Enti bilaterali della provincia di Varese. Gli imprenditori puntano su comunicazione e marketing online, i dipendenti su gruppi di lavoro a distanza e informatica

Aziende e lavoratori sempre più digitali: il lockdown ha  stravolto le esigenze nel Varesotto

Comunicazione, marketing online, gestione e aggiornamento del sito aziendale, gestione dei canali di vendita online: le imprese della provincia di Varese sono pronte a rispondere ai nuovi fabbisogni nell’ambito digitale creati dalla pandemia.

È ciò che emerge dalla prima ricerca del neonato osservatorio sul terziario “Spazio indagine Varese”, promosso dagli Enti bilaterali del terziario e del turismo della provincia di Varese.

Si tratta di un nuovo osservatorio territoriale le cui analisi, studi e focus vengono messi a disposizione del mondo del terziario, dei lavoratori del settore e anche di enti pubblici, Camera di Commercio e scuole superiori. «Gli enti bilaterali», spiegano Sergio Bellani (presidente dell’Ente Terziario) e Michele Tamburrelli (presidente dell’Ente Turismo), «rinnovano il loro impegno in prima linea a tutela, sostegno e assistenza del mondo imprenditoriale e occupazione della nostra provincia. “Spazio indagini” è uno degli strumenti messi a disposizione».

Tra imprese e lavoratori recapitati oltre 2.000 questionari
Attraverso questionari ad hoc, tra fine luglio e inizio settembre sono stati “indagati” gli effetti del lockdown e le rinnovate necessità di formazione per le imprese e per i lavoratori del terziario. I risultati dell’indagine sono disponibili gratuitamente sul sito degli Enti Bilaterali provinciale (https://www.entibilaterali.va.it/presentazione-dellindagine-gli- effetti-del-lockdown-e-il-fabbisogno-di-formazione-per-le- imprese-e-i-lavoratori-del-terziario.htm)

Ai quesiti posti hanno risposto una impresa su quattro (942 quelle raggiunte, per la maggior parte con un numero massimo di 10 addetti e un fatturato fino a 2 milioni di euro) e quasi il 30 per cento dei 1.270 lavoratori interpellati. Il risultato è una analisi in grado di offrire un quadro, statisticamente valido, delle necessità per una futura ripresa del sistema. Bisogni a maggior ragione attuali, alla luce dei recenti provvedimenti del Governo e della Regione Lombardia con i quali si è tornati a limitare le attività di alcuni settori del commercio e il turismo.

Le nuove iniziative di business
Il bisogno di figure professionali nell’ambito digitale trova riscontro nell’alta percentuale (62,5%) delle aziende che nel periodo del lockdown hanno adottato nuove iniziative per integrare e allargare il proprio modello di business. Forte è stato soprattutto il ricorso alla rete e all’online attraverso il potenziamento del social media (42,6%) e l’attivazione di nuovi canali digitali (19,9%) tra cui l’e-commerce e la formazione a distanza.

Numerose anche le attivazioni della consegna a domicilio (35,4%) e dei servizi d’asporto (10,9%). Tutte iniziative che buona parte degli intervistati continuerà ad adottare anche in futuro, totalmente nel 34% dei casi e parzialmente per il 44,2%. Il risultato è la nuova necessità di rivolgersi a figure oggi non previste all’interno delle aziende o al potenziamento del numero di addetti al settore digitale. Queste le professionalità più richieste dalle imprese: addetto alla comunicazione online (58,8%); addetto al marketing online (45,1%); addetto alla gestione e all’aggiornamento del sito internet aziendale (29,4%); addetto alla gestione dei canali di vendita online (23,5%).

Diverso, invece, il punto di vista dei lavoratori che per la propria azienda ritengono prioritario un coordinatore di progetti e gruppi di lavoro a distanza (33,3%); un tecnico informatico (30,3%); un addetto alla comunicazione online (30,3%) e un addetto al marketing online (21,2%). È possibile notare come le esigenze primarie dei datori di lavoro (comunicazione e marketing) non lo siano per i dipendenti che invece individuano nel coordinamento dello smart working la principale necessità, nemmeno segnalata, di contro, dagli imprenditori.

Il ruolo della formazione
La formazione online nei mesi del lockdown ha avuto un ruolo importante, rispondendo attraverso l’adesione a webinar tematici alle esigenze di una diversa e migliore comunicazione (50%), di una migliore capacità organizzativa e gestionale (coordinamento attività, gestione di tempo e risorse, team building, 46,8%) e di un rafforzamento delle competenze informatiche (44,8%). Anche l’aggiornamento sulle nuove normative (27,3%) e l’assistenza psicologica (19,5%) hanno riscosso gradimento.

Differente, ancora una volta, l’opinione dei lavoratori. Questa, infatti, la priorità da loro indicata dei campi di sviluppo: organizzazione e gestione 44,6%; psicologia (gestione dello stress, relazioni interpersonali con colleghi e datori di lavoro) 36,2%; informatica (web, utilizzo di software e programmi 34,2%).

Guardando al futuro, queste invece le necessità formative segnalate dalle aziende: gestione delle video conferenze (utilizzo piattaforme di gestione, 59,3%); marketing e comunicazione online (utilizzo di social e newsletter, 40,7%); di strumenti informatici (utilizzo programmi di base, 29,6%); vendita online (utilizzo canali di nuova generazione, 22,2%); lavoro a distanza (gestione progetti e gruppi di lavoro, 22,2%). I lavoratori si trovano d’accordo sulla gestione delle videoconferenze (ritenuta prioritaria addirittura dall’82,6% degli intervistati), mentre prima del marketing online (21,7%) indicano l’organizzazione e la gestione di webinar (39,1%), nemmeno presa in considerazione dalle aziende.

Mancanza di liquidità e cassa integrazione
Il 43% delle imprese sono rimaste aperte durante tutto il periodo della pandemia riscontrando difficoltà nel pagamento dei fornitori (60,3%); nel mantenimento del personale (55%) e nella gestione dei rapporti della clientela (40,6%). Non meno semplice è stato anche adeguare i locali ai protocolli di sicurezza (34,5%) e pagare gli affitti (31,9%). Tutti concordano che la mancanza di liquidità sia stata la questione più complessa da affrontare, unita alla gestione organizzativa e di gestione del personale in presenza e soprattutto a distanza.

Lo strumento maggiormente utilizzato per affrontare le criticità è stata la cassa integrazione ordinaria o in deroga (in totale il 73,5%). Il 37,6% delle aziende ha richiesto finanziamenti garantiti dallo Stato, mentre il 24,5% ha usufruito della moratoria straordinaria dei prestiti/mutui. Solo il 14,3% delle imprese non ha chiesto o usufruito di “aiuti” economici”.

Redazione

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