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In Breve

| 22 ottobre 2020, 14:31

Emergenza Covid, i sindaci a cuore aperto: «Le nostre paure e le nostre emozioni nella lotta al Coronavirus»

Nella puntata di #Backstage i quattro primi cittadini ospiti del nostri talk Irene Bellifemine (Malnate), Alessandro Boriani (Luvinate), Gian Luca Cavalluzzi (Arcisate), Danilo Centrella (Cocquio Trevisago) hanno raccontato come vivono personalmente e in famiglia questa fase di emergenza

Emergenza Covid, i sindaci a cuore aperto: «Le nostre paure e le nostre emozioni nella lotta al Coronavirus»

Amministratori pubblici, professionisti, ma soprattutto genitori e coniugi e persone prima di tutto, con le loro emozioni e le loro paure; i quattro sindaci del Varesotto ospiti della scorsa puntata del nostro talk #Backstage, Irene Bellifemine (Malnate), Alessandro Boriani (Luvinate), Gian Luca Cavalluzzi (Arcisate), Danilo Centrella (Cocquio Trevisago) hanno aperto il loro cuore e raccontato quanto vissuto in questi mesi di emergenza sanitaria dal punto di vista personale e nelle loro famiglie. Abbiamo visto i loro occhi inumidirsi ancora per la commozione, la loro voce incrinarsi per l'emozione.

«Il momento che mi resterà maggiormente impresso è la Via Crucis nella scorsa Pasqua cui ho partecipato da sola in rappresentanza di tutta la comunità con i nostri due sacerdoti - ha raccontato Bellifemine - con le persone affacciate alle finestre di casa con cui ci abbracciavamo con lo sguardo e poi i tanti biglietti di ringraziamento rivolti ai volontari che sono stati straordinari. In famiglia non è stato semplice affrontare questo momento, avendo quattro figlie tra i 16 e i 23 anni che sono molto brave e che studiano. Ho la fortuna di avere uno splendido marito che mi ha supportato; mi sento in difetto per aver sottratto tempo a me stessa e alla mia famiglia ed è inevitabile che un po' di paura ci sia».

«Questi mesi sono stati un turbinio di emozioni - la testimonianza del sindaco di Arcisate - ci sono state anche gioie come la riscoperta di una comunità molto unita, ancora più compatta a causa dell'emergenza e la grande sofferenza soprattutto per le persone che sono morte. Non dimenticherò mai le telefonate alle mogli di due dei tre deceduti ad Arcisate per il Covid. C'è tanta paura anche per la mia famiglia, non tanto per me che sono grande e grosso, ma per mia figlia che ha sette anni e per i miei genitori ultraottantenni che abitano vicino a me».

«Sono stati mesi di lavoro quotidiano senza sabati né domeniche - il pensiero di Boriani - alla sera avevo spesso il mal di gola per il troppo parlare. Indimenticabile l'emozione provata nel condividere il dolore per la morte di una persona, ma anche il fatto di una comunità che c'è sempre, che emerge e che dà colore nelle giornate tristi. Ho tre figli piccoli, una moglie in gamba e dei nonni che ci hanno accudito i bambini, siamo molto fortunati».

«La nostra comunità sta dando il meglio di sé nelle difficoltà - ha sottolineato Centrella - siamo in una fase in continua evoluzione, ho due figlie adolescenti che hanno due genitori e i nonni medici e che sono un abituate a queste situazioni ma che stanno vivendo senza contatti sociali. Un aspetto brutto riguarda il fatto che in questo periodo non dovrebbero esserci campagna elettorali da parte di qualcuno, a partire dall'annuncio dei tamponi rapidi da fare a scuola che dovrebbe essere condiviso prima con i dirigenti scolastici e con i sindaci. I cittadini e i pazienti mi chiedono spesso se ce la faremo. Io rispondo di sì perché siamo la razza umana, la razza eletta e supereremo come comunità anche questa anche se non tutti i soggetti più deboli ce la faranno, ma dobbiamo già pensare ad altri virus come il Covid-20». 

Matteo Fontana

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