Territorio - 01 ottobre 2020, 11:52

Raffaele Nurra ricorda commosso l'amico carabiniere Roberto Ticli: «Gli ho parlato pochi minuti prima che gli sparassero»

Il professionista varesino che allora collaborava con il Comune di Porto Ceresio ricorda perfettamente quella sera di 30 anni fa: «Mi disse che non poteva fermarsi per il caffè perché doveva tornare a casa da sua moglie e dalla bambina». Nurra gli ha dedicato una scultura posta vicino alla lapide al cimitero.

Il 1° ottobre del 1990 resterà per Porto Ceresio e per tutto il Varesotto una data impossibile da dimenticare: quella sera di 30 anni fa, il giovane carabiniere Roberto Ticli di 25 anni veniva ucciso da un malvivente dopo un controllo. 

Chi non si dimenticherà mai quella data è senz'altro Raffaele Nurra, architetto varesino e amico del militare. 

«A quell'epoca lavoravo per il Comune di Porto Ceresio - racconta commosso Nurra - e così avevo conosciuto Roberto con il quale era nata un'amicizia e anche collaborazione per motivi professionali. Si prendeva il caffè insieme, si scambiavano due chiacchiere e a volte facevamo sopralluoghi insieme sul territorio per lavoro».

Il ricordo va poi inevitabilmente, nitido come fosse successo ieri, a quel maledetto tardo pomeriggio di trent'anni fa.

«Sono uscito dal Comune e mi sono recato in piazza, erano circa le 18 - ricorda il professionista varesino - lui è passato con il collega a bordo della Jeep. Si è fermato per salutarmi e gli ho chiesto se volesse fermarsi per un caffè o un aperitivo ma mi rispose che doveva tornare a casa dalla moglie e dalla figlia che allora aveva un anno».

Proprio nel rientrare in caserma, Ticli e il collega in servizio notano un uomo sospetto a cui chiedono i documenti; il malvivente dopo averlo consegnato scappa, ne nasce un inseguimento dove il militare rimarrà ferito colpito dal proiettile esploso dalla pistola dal fuggitivo.

«Non ho sentito lo sparo - prosegue Nurra - ma c'era trambusto e qualcuno gridava che un uomo stava sparando in paese, così corsi da baristi e negozianti per ire loro di chiudere la saracinesche e non so perché mi avviai verso la caserma».

Ticli viene soccorso e operato nella notte: l'amico ricorda anche quelle ore angoscianti di attesa. 

«Alle 2 di notte ci dissero che l'operazione era riuscita e con qualche speranza mi avviai all'uscita ma alle 6 mi telefonarono che Roberto non ce l'aveva fatta» racconta con voce rotta Nurra, che ha voluto dedicare all'amico una scultura in bronzo che è stata posta all'ingresso del cimitero di Porto Ceresio vicino alla lapide che ricorda il carabiniere ucciso. 

«Una scultura che presenta un piccolo buco e tanti raggi a simboleggiare l'esplosione del proiettile che non solo ha devastato il corpo di Roberto ma ha distrutto la vita della sua famiglia, di un uomo morto compiendo il suo dovere» conclude il professionista varesino.

Una Messa di suffragio in memoria di Roberto Ticli verrà celebrata questo pomeriggio alle 17 nella chiesa di Sant'Ambrogio. 

Matteo Fontana