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Varese | 04 maggio 2020, 07:00

VIDEO. Gennaro, 42 anni a Varese solcando mari a forza 11, riapre l'Orchidea da asporto: «E' una luce che ci riporterà il sole»

Oggi ristoranti, pizzerie e locali riaprono con le consegne d'asporto, noi per onorarli siamo andati a trovare un grande capitano come Gennaro Francese: «La chiusura di uno solo di noi sarebbe una sconfitta per tutti. Ricominciare è un modo per restituire qualcosa ai clienti. La lezione di quest'emergenza? Prima la vita, poi il resto»

VIDEO. Gennaro, 42 anni a Varese solcando mari a forza 11, riapre l'Orchidea da asporto: «E' una luce che ci riporterà il sole»

Quarantadue anni a Varese solcando nel mare a forza 11 con tenacia e forza, eppure Gennaro e la sua Maria da oggi lanciano la sfida dell'asporto perché non tutto può essere sempre uguale o sempre bello come sedersi all'Orchidea di via Donizetti davanti al camino d'inverno e sotto il pergolato d'estate, in uno degli angoli di Varese che è uno scrigno magico sospeso nel tempo e nello spazio. Per quello ci sarà sempre tempo, ma intanto «i clienti mi chiamano e mi chiedono se sono attivo - dice Gennaro Francese - e visto che abbiamo ricevuto più vicinanza e solidarietà da loro che dallo Stato, è il momento di restituire qualcosa».

Quindi via al menù d'asporto di piatti e pizza da oggi a pranzo e cena (dal polpo patate e olive ai gamberi alla catalana, dalle orecchiette spada e melanzane, al filetto di branzino alla mediterranea): sapendo quanto conti per Gennaro uno sguardo d'intesa lanciato dalla sua cucina o una parola che scava come una goccia sul marmo, potrebbe essere stata una scelta difficile, «ma invece è una scelta e basta perché abbiamo voglia di lavorare e rivedere i nostri amici, facendo filtrare una luce che domani ci riporterà il sole».

«E' anche un modo per iniziare ad aprire il cervello, prima di poter riaprire le nostre sale - prosegue Gennaro mentre nei saloni è in corso la sanificazione - stare fermi, per chi vive in cucina da cinquant'anni, è una condanna. Partiamo io e Maria, come siamo sempre partiti: aspettiamo chi vuole un primo, un secondo, una pizza o la pastiera (basta chiamarci ai numeri 0332 282515/240053 o 347 2749169, il menù sarà pubblicato sulla pagina Facebook o sul sito dell'Orchidea: clicca QUI), e lo facciamo per poter permettere poi anche ai nostri dipendenti di tornare al lavoro a inizio giugno».

Conoscendo Gennaro, che non abbiamo mai sentito pronunciare un "no" all'interno del suo locale, non farà differenza chiamare un giorno o mezz'ora prima, prima di passare a ritirare un piatto o una pizza, anche se in questi due mesi ha dovuto dire "no" alla più grande ricchezza della sua vita, «che non è una ricetta e che nessuno mi porterà mai via», e cioè al figlio, a una moglie "nata mamma" come Maria, e a tre nipoti che quando sono all'Orchidea si comportano come clienti normali. «Non vedo Stefano, Michela e Luca da due mesi: sono a Balerna, in Svizzera, e tutte le sere ci vediamo in videochiamata. Sono la mia batteria e la mia ricarica».

Una volta, tanti anni fa, un caro amico dell'Orchidea ci raccontò di come uno dei clienti più straordinari del locale, l'indimenticabile imprenditore Renato Della Torre, arrivava dal sud della provincia apposta a Varese per Gennaro. «Sul piatto qui trovo solo cose vere», disse Renato. Aggiungendo: «E poi so che posso venire 7 giorni su 7, 12 mesi su 12, e Gennaro è sempre qui».  

Quando glielo ricordiamo, Gennaro sospira, ci fissa e dice: «Amico Confa, forse abbiamo sempre messo l'attività davanti alla vita: dopo l'emergenza non so se capiterà ancora. Se c'è una lezione, è questa: non varrà più la pena le cose vere e un pezzo del nostro cuore dentro al tunnel del lavoro. Davanti all'attimo di una vita che passa non dovrà esserci niente».

Se per qualcuno il virus è la fine del mondo, Gennaro, che ne ha viste tante, anzi di più, risponde come sa fare solo lui, con parole tirate fuori dall'anima a cui è impossibile replicare: «La fine del mondo è tutti i giorni per chi perde il lavoro o un affetto, per un poliziotto che esce di casa e rischia la vita, e la rischia per un virus ancora più letale di questo, ed è qualcosa di brutto che arriva dalle persone cattive».

Bentornato Genna, e bentornati a tutti i ristoranti, le pizzerie e i locali che da oggi riaprono per l'asporto non certo per guadagnare chissà che, o per tornare sui livelli di prima, ma perché «la chiusura anche di un solo locale, sarebbe una sconfitta di tutti».

Andrea Confalonieri

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