Se c’è una cosa che sicuramente abbiamo capito da questa esperienza Coronavirus è che non ci conoscevamo abbastanza. Tutti noi abbiamo scoperto o, meglio, abbiamo dato spazio a qualità rimaste finora sopite e che ci stanno permettendo di fare cose incredibili, migliorando la nostra vita e quella degli altri, anche in piccolo.
Ed è proprio quello che è successo a cinque ragazzi della provincia di Varese che da un hobby per le stampe 3D hanno creato in poco tempo una macchina che sforna visiere protettive h24 destinate al personale sanitario dei nostri ospedali e alle forze dell’ordine. Ma partiamo dal principio.
Carlo Blumer, Marco Pirotta, Bruno Lascaro e Simon Silver sono amici che a tempo perso realizzano piccole componenti con le stampanti 3D e le rivendono online. Un’attività in cui hanno investito più per piacere personale, perché appassionati della moderna tecnologia, ma che non è decollata. «Eravamo partiti con degli obiettivi ma non ci siamo mai impegnati veramente per raggiungerli, perché presi da altro – raccontano – Ci siamo approcciati alla stampa 3D più che altro da hobbisti e quando è scoppiata l’epidemia ci siamo imbattuti in un video che ci ha rivoluzionato la vita».
Un ragazzo svedese, anche lui appassionato di stampa 3D, ha condiviso il suo progetto per realizzare delle visiere. «Era veramente semplice, perché formato da due sole componenti (un cerchietto e un pezzo di pvc), e abbiamo provato a metterlo in pratica. Lo abbiamo condiviso online anche noi e in pochissimo tempo abbiamo ricevuto delle richieste». La prima da parte del sindaco di Casciago, Mirko Reto, che ha iniziato a produrle per destinarle ai volontari che in questi giorni stanno danno assistenza ai cittadini bisognosi (leggi qui). «Siamo poi stati contattati dalle forze dell’ordine e dalle aziende ospedaliere alla ricerca di dispositivi di protezione. Ci siamo messi al lavoro per cercare di ottimizzare la produzione e attraverso una raccolta fondi online abbiamo recuperato anche le risorse per acquistare il materiale e ci siamo messi a produrle in serie».
Le visiere sono veramente economiche: «Un pezzo costa 50 centesimi e con il materiale che ci è stato donato riusciremo a farne 5 mila. Per ora ne abbiamo realizzare 1500 che sono state date a medici, infermieri e forze dell’ordine. Non sono certificate ma il riscontro degli operatori è positivo e abbiamo fatto dei test che dimostrano anche una certa resistenza del prodotto che può essere igienizzato più volte». Nell’emergenza e nella mancanza di dispositivi di protezione, le visiere si sono rivelate utilissime.
«Se per fare la prima mascherina abbiamo impiegato 40 minuti, oggi ce ne bastano 20 e abbiamo anche ottimizzato i cicli produttivi che adesso sono due da 12 ore per un totale di 400 esemplari prodotti al giorno. Ci stiamo dedicando a questo h24 perché una volta concluso il ciclo le visiere vanno pulite, confezionate e preparate per le spedizioni».
Le visiere Made in Casciago hanno già raggiunto molti ospedali della Lombardia. «Non avremmo mai pensato di poter mettere in piedi una cosa del genere e tutto è nato quasi per caso dal potere della condivisione - concludono questi ragazzi della nostra terra di cui essere veramente orgogliosi - A noi si è unito un altro ragazzo di Luino, Samuele Bistoletti, anche lui appassionato di stampa 3D: ci sta dando una mano per incrementare la produzione. Siamo stremati ma incredibilmente soddisfatti di poter essere di aiuto a chi in questo momento ne ha più bisogno».
E sia mai che ne nasca qualcosa di più grande: «Sarebbe bello ottenere la certificazione, trasformare il prodotto in qualcosa di riconosciuto ed estenderne la disponibilità anche ad altre categorie che potrebbe utilizzarlo: i lavoratori in azienda o le cassiere dei supermercati, per esempio, che sono sempre a stretto contatto con le persone».