Territorio - 28 marzo 2020, 18:55

Lettera di 62 sindaci della nostra provincia a Fontana: «Non siamo informati tempestivamente sui reali contagi nei comuni»

Sono 62 i sindaci della provincia di Varese che si appellano al governatore: «Chiediamo puntualità nel conoscere i casi positivi per tutelare i cittadini. Servono il supporto da parte di ATS anche alle persone in quarantena, strutture per i degenti in convalescenza e sistemi di protezione per il personale sanitario»

Lettera di 62 sindaci della nostra provincia a Fontana: «Non siamo informati tempestivamente sui reali contagi nei comuni»

Emergenza Coronavirus: 62 sindaci della provincia di Varese hanno sottoscritto una lettera indirizzata al presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana. Nella missiva ci sono richieste precise: la preoccupazione maggiore è dovuta alla grande difficoltà nell'essere tempestivamente informati dei reali contagi nel territorio comunale, e quindi alla possibilità di tutelare immediatamente la salute dei cittadini con azioni immediate. 

La lettera inizia così: «Egregio Presidente, scriviamo per porre nuovamente alla sua attenzione il tema dell'assistenza territoriale e dell'attività di vigilanza in questa fase di contenimento della diffusione del COVID-19.

Con la presente intendiamo, in particolare, comunicare la nostra grande preoccupazione per le difficoltà che stiamo rilevando sul territorio nella gestione dell'emergenza sanitaria per quanto riguarda la trasmissione dei dati relativi ai contagi».

La priorità è nella fase di informazione.

«Il protocollo - aggiungono i 62 primi cittadini della nostra provincia - concordato con ATS nelle scorse settimane, prevedeva una stretta collaborazione tra la stessa ATS, il Comune e i medici di medicina generale in riferimento alle disposizioni di isolamento e all'attivazione di tutte le misure a sostegno della fragilità.

Tuttavia, con grande rammarico, dobbiamo segnalare che i Sindaci non sono tempestivamente informati sui reali contagi presenti nei propri Comuni.

Tale gestione rischia, pertanto, di non consentire ai cittadini un'adeguata tutela.

Molti di noi hanno creato una stretta collaborazione con i medici di medicina generale, ma, considerata la gravità della situazione, questa relazione non può essere considerata sufficiente».

A Fontana i sindaci ribadiscono una richiesta ritenuta di fondamentale importanza:  «Già nei giorni scorsi Le abbiamo scritto richiedendo un potenziamento delle misure attivate dell'ATS Insubria.

Purtroppo, ad oggi, il nostro appello non ha avuto nessun riscontro.

Come Sindaci, sentiamo nei confronti dei nostri cittadini la necessità di garantire tutte le misure necessarie a contenere il contagio e vogliamo, quindi, essere messi nelle condizioni per esercitare il nostro ruolo.

Chiediamo, pertanto, di essere aggiornati con puntualità sulla situazione dei casi positivi nei nostri Comuni e che vengano messe in atto​ procedure di comunicazione valide, in grado di poter consentire tempestività nella gestione». 

«Cogliamo poi l'occasione - concludono i sindaci - per ribadire ​la necessità del supporto da parte di ATS alle persone in quarantena nonché dell'individuazione di strutture per i degenti che devono terminare la convalescenza. In questa situazione di emergenza, tra l'altro, non possiamo dimenticare tutte le persone affette da altre patologie, auspicando che la regolare attività sanitaria, giustamente sospesa in queste settimane, possa riprendere al più presto.
È chiaro che, presupposto essenziale per ogni azione, rimane l'erogazione al personale sanitario di tutti i dispositivi di protezione utili a garantire la loro sicurezza e per cui insistiamo che si faccia di più.

Anticipando fin da ora la collaborazione dei nostri uffici e del nostro personale affinché le azioni sopra citate possano essere svolte con regolarità e tempestività, attendiamo a breve un riscontro da parte Sua».

Pino Vaccaro

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