Le misure per ridurre i contagi da Codiv-19 hanno imposto un’altra settimana di lezioni sospese e scuole chiuse, ma hanno spalancato le porte al mondo della didattica di nuova generazione.
Le scuole sono a disposizione del solo personale docente, che è stato invitato a comunicare a distanza con genitori e alunni per mettere in atto un programma di studi alternativo alle lezioni in aula.
Il cosiddetto e-learning, ovvero l’utilizzo delle tecnologie multimediali e di internet per imparare a distanza, diventa quindi fondamentale per portare avanti i programmi di studio in condizioni di isolamento come quelle che il Coronavirus ci ha imposto. Un passo in avanti rispetto al registro elettronico, che ormai tutti gli istituti utilizzano, e che prevede la connessione contemporanea di docente e studenti su una piattaforma online che consente l’interazione e che si attiva attraverso un semplice software che si installa su computer, tablet o persino su uno smartphone.
Una modalità didattica a cui non tutte le scuole sono però preparate «e al momento non esiste un coordinamento centrale per questo tipo di attività – spiega il provveditore Giuseppe Carcano – Non sappiamo quali scuole si avvarranno dell’e-learning e in che modalità. Tutta la gestione è discrezionale e lasciata ai singoli istituti o alle singole classi».
In provincia di Varese ci sono almeno tre poli d’eccellenza nazionale che stanno lavorando da tempo a progetti di didattica multimediale. L’Istituto Tecnico Enrico Tosi di Busto Arsizio già dalla scorsa settimana ha attivato i corsi online, che seguono il normale orario di lezione, ed è consulente nazionale in materia.
L’Istituto Andrea Ponti di Gallarate è invece polo nazionale per la formazione dei docenti sull’e-learning con il progetto “Future Smatr Teacher”. E poi c’è l’Isis Don Milani di Tradate che sta utilizzando al massimo le potenzialità del registro elettronico, con la creazione di gruppi di classe in cui scambiare compiti, esercizi e interagire con i professori, ed è nell’equipe ministeriale che sta lavorando, insieme ad altre regioni, per l’individuazione di un modello unico e condiviso per l’utilizzo della didattica a distanza.