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Attualità | 26 gennaio 2020, 10:35

Immigrazione clandestina e rischio terrorismo: la Digos smantella un'organizzazione con sede a Torino

Nei guai quattro tunisini e un italiano. L'uomo che rivestiva il ruolo principale è già stato rimpatriato nei giorni scorsi. L'associazione faceva ottenere permessi di soggiorno grazie a documenti falsi e in alcuni casi faceva passare la frontiera dall'Italia alla Francia via Ventimiglia

Immigrazione clandestina e rischio terrorismo: la Digos smantella un'organizzazione con sede a Torino

Immigrazione clandestina e rischio-terrorismo. Sono finite nei guai per questi reati cinque persone (4 tunisini e un italiano) che ieri sono stati perquisiti dagli uomini della Digos. Facevano parte di una vera e propria associazione a delinquere specializzata nel trovare documenti falsi o alterati per permettere di ottenere permessi di soggiorno a favore di extracomunitari che altrimenti non ne avrebbero avuto diritto, facendoli poi entrare in Francia.

Tra queste persone fatte arrivare illegalmente, ci sarebbero stati anche soggetti segnalati per possibili legami con ambienti del radicalismo islamico. In particolare, in  quest'ottica, sarebbe emerso un legame con alcuni complici che - al confine italo-francese nei pressi di Ventimiglia - hanno consentito l’ingresso clandestino in Francia anche di un tunisino sospettato in ambito internazionale di attività correlate al terrorismo, accompagnandolo oltre confine attraverso sentieri boschivi utilizzati dai cosiddetti "passeur".

Il ruolo principale di tale sodalizio era rivestito dal cittadino tunisino W.F., 40 anni, rimpatriato sabato scorso dopo un periodo trascorso al Cpr di corso Brunelleschi. L'uomo era noto alla Digos anche per essere il principale referente per i connazionali tunisini, tra cui molti studenti, che necessitavano di assistenza nella gestione delle pratiche relative alla loro regolarizzazione sul Territorio Nazionale. 

A tal riguardo, l’indagine, oltre all’attività di produzione/reperimento di documentazione falsa/contraffatta, ha permesso di riscontrare che, all’atto della presentazione della richiesta di rilascio/rinnovo del titolo di soggiorno, molti tunisini spesso di fatto residenti all’estero, per poter avere il permesso di soggiorno in Italia, dichiaravano di essere domiciliati a Torino, indicando come domicilio fittizio proprio l’indirizzo dell’abitazione del tunisino già rimpatriato.

Le perquisizioni effettuate hanno permesso di confermare i sospetti. Sono stati infatti sequestrati vari documenti di identità, richieste di rilascio del permesso di soggiorno, stampe di documenti falsi pronti ad essere “plastificati” nonché, nell’abitazione di un cittadino italiano anch’esso indagato, la stampante con cui venivano prodotti tali documenti. Oltre all'uomo già rimpatriato, un altro tunisino è stato portato al Cpr in attesa di essere rimandato nel Paese d'origine.

Massimiliano Sciullo

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