Una maglia della Juventus sul feretro con il numero nove, una sciarpa del Varese con una scritta "Grazie Pietro", le lacrime di qualche tifoso biancorosso di vecchia data, il dolore profondo e composto dei familiari. E una foto sorridente di uomo dagli occhi buoni, catturato in un'immagine come se salutasse chi gli voleva bene e che non lo dimenticherà più.
Si è aperta così questa mattina alle 10 la camera ardente in onore di Pietro Anastasi, la leggenda biancorossa scomparsa all'età di 71 anni. Sin dall'apertura sono stati tanti i varesini che hanno voluto rendere omaggio a un grande campione dello sport, ma anche nella vita: una figura, quella di Anastasi, che va oltre i successi ottenuti come calciatore. Perché Pietruzzu, come veniva soprannominato l'attaccante che ha fatto la leggenda del calcio a Varese e in Italia, era spietato in campo ma generoso nella vita di tutti i giorni.
Tra i primi ad accorrere nella camera ardente di Palazzo Estense l'assessore allo Sport Dino De Simone e il politico Daniele Marantelli, tifosissimo del Varese e calciatore lui stesso in passato. Ad accogliere i visitatori il figlio Gianluca e la moglie Anna, cui in queste ore la città si è stretta in segno di cordoglio.
Anastasti, come reso noto dal figlio Gianluca (leggi qui), soffriva di Sla e giovedì sera, ricoverato all'ospedale di Circolo, ha chiesto lui stesso la sedazione assistita per «morire serenamente». I funerali del campione di Varese, Juventus, Inter e Nazionale si terranno domani, lunedì 20 gennaio, nella basilica di San Vittore alle 15.30. La camera ardente sarà invece aperta fino a oggi pomeriggio alle 17.