È morto nella sua Catania, all'età di 71 anni, stroncato da un brutto male contro il quale combatteva da tempo, Pietro Anastasi, leggenda del calcio italiano.
Nato a Catania, "Pietruzzu" esplose con la maglia del Varese quando l'allora direttore sportivo biancorosso, Alfredo Casati, rimase folgorato alla vista di questo attaccante 18enne, decidendo in appena un giorno di portarlo dalla Sicilia all'ombra del Sacro Monte.
Giocò due stagioni con la maglia del Varese del Cumenda Giovanni Borghi. La prima valse la promozione in serie B. La seconda è la pagina più bella della storia biancorossa: secondo posto in serie A alla fine del girone d'andata, vittoria 5-0 (con una sua tripletta) il 4 febbraio del 1968 a Masnago contro la Juventus, settimo posto alla fine del campionato.
Fu proprio la Juventus ad acquistarlo e, dopo il trionfo in Azzurro all'Europeo 1968, Anastasi giocò otto anni a Torino, conquistando tre scudetti e giocando la finale di Coppa Campioni del 1973 contro l'Ajax. L'ultima parte di carriera racconta di un biennio all'Inter (vincendo una Coppa Italia) prima di passare all'Ascoli e chiudere la carriera al Lugano.
Da sempre legato a Varese, dove ha conosciuto sua moglie Anna, Anastasi fu ancora una volta protagonista al Franco Ossola, durante la festa promozione in serie D del Varese Calcio, quando venne premiato con una maglia numero 9 con il suo nome.
Un nome che sarà per sempre leggenda dei colori biancorossi.