Nuova tappa del nostro viaggio insieme a "Il Basket Siamo Noi" alla ricerca dei tifosi della Pallacanestro Varese, leggenda del basket italiano, europeo, mondiale. In "Biancorossi nel Mondo" conosceremo la vita lontana da qui, i ricordi più belli, i pensieri e le speranze sul presente e sul futuro ogni volta di un tifoso diverso.
La quarta sosta ci porta negli Stati Uniti: siamo a Los Angeles, dove da 15 anni vive il cuore biancorosso Filippo Forni.
Parlaci di te: chi sei, cosa fai, dove vivi, da quanto…
Sono Filippo, ho 35 anni, sono nato ad Angera e vivo a Los Angeles da 15 anni. Sono venuto a Los Angeles per frequentare UCLA e provare a far parte della squadra universitaria dopo aver giocato per anni nelle giovanili della Pallacanestro Varese. Sebbene la mia avventura con l’NCAA non sia andata a buon fine, mi son laureato in psicologia e specializzato in psicologia dello sport e di coppia. Oggi lavoro nel mio studio di Century City dove aiuto atleti collegiali e professionisti ad esprimere al meglio il loro potenziale nel mondo sportivo durante e dopo la carriera sportiva.
Com’è nata la tua passione per la Pallacanestro Varese?
La mia passione per la Pallacanestro Varese è nata con mio padre e mia madre, che mi portavano a vedere le partite della Ranger e della Cagiva. Avevo 5 anni quando sono entrato per la prima volta al Lino Oldrini e da quella volta il mio cuore ha iniziato a battere per il basket. Ho iniziato a giocare a pallacanestro nell’Angera Basket, ma dopo solo 3 mesi il mio allenatore ha chiamato i miei genitori e gli ha spiegato che «ero sprecato per giocare in una squadra di paese» suggerendoli di iscrivermi nel mini-basket della Pallacanestro Varese. Così, dai 6 ai 17 anni, ho fatto “avanti e indietro” da Angera a Varese per allenarmi quasi ogni giorno.
Come segui le partite?
Nonostante le 9 ore di fuso orario, seguo le partite della Pallacanestro Varese e del basket Italiano tramite Eurosport Player e l’utilizzo di una VPN app.
Quali sono a tuo parere le chiavi per una grande stagione? Quale l’obiettivo?
Al di fuori della fisicità e delle abilità balistiche che un giocatore può possedere, secondo me le chiavi per una grande stagione sono l’abilità dell’allenatore a far sentire i propri giocatori a proprio agio. Specialmente gli americani, in quanto arrivano da una cultura completamente diversa dalla nostra che può avere un’effetto negativo sul loro carattere e abilità di giocare a basket lontano dalla loro patria. Per quanto riguarda l’obiettivo, con il budget che abbiamo certo non mi aspetto di vedere Varese tra le grandi, comunque quello che mi interessa vedere è una squadra che lotta su tutti i palloni e applica una difesa asfissiante all’avversario.
Quest’anno affronteremo tutte le nostre storiche avversarie: Cantù, Milano, le bolognesi, Treviso… Qual è la rivalità che senti di più, la partita che non vorresti mai perdere?
Sicuramente il derby con Cantù e la partita con la Fortitudo Bologna. Avendo giocato nelle giovanili della Pallacanestro Varese, queste due sfide erano le più sentite e le più importanti da vincere.
Quando hai tifato per la prima volta la Pallacanestro Varese?
Avevo 5 anni e la partita era Cagiva Varese-Fortitudo Bologna per accedere dalla serie A-2 all’ A-1. Quella partita ha acceso il fuoco biancorosso nel mio cuore.
Qual è il tuo ricordo più bello della storia biancorossa?
Sicuramente aver visto i Roosters vincere il campionato italiano nel ’99. Per quanto riguarda la mia carriera cestistica con i colori biancorossi è aver conosciuto ed ospitato Lebron James (all'epoca 15enne) durante il Memorial Sergio Rizzi del 2000.
Il giocatore o l’allenatore a cui sei più affezionato?
Domanda non facile. Direi come allenatore Charlie Recalcati, in quanto ha disegnato un gioco eccezionale per le caratteristiche dei suoi giocatori, creando una coralità unica. Per quanto riguarda il giocatore, direi Gianmarco Pozzecco sopra a Meo (Sacchetti), Arian Komazec e Reggie Theus.
Il Basket Siamo Noi è un importante sostegno per il club e un punto di riferimento per i tifosi: cosa pensi di questa iniziativa che ha già superato i 500 iscritti?
Penso che il Basket Siamo Noi sia un ottimo movimento creato ad hoc per incentivare il mondo varesino ad unirsi in modo concreto alla Pallacanestro Varese e allo stesso tempo educare il tifoso ad esprimere un tifo educato e di rispetto nei confronti degli avversari. Mi spiace però vedere che solo qualche centinaio di tifosi appoggiano questo progetto. Posso dire che se un’iniziativa come questa si presentasse in America, a Los Angeles o nel cuore del Mid-West a Oklahoma City, migliaia e migliaia di supporters si iscriverebbero per esprimere il loro attaccamento sportivo e finanziario alla propria squadra. Il movimento sarebbe percepito come “un’investment” e non semplicemente come un supporto finanziario a fondo perso. Questa iniziativa renderebbe l’immagine del basket ancora più importante a livello nazionale ed allo stesso modo aggiungerebbe risorse per un roster sempre più competitivo anno dopo anno. Purtroppo, con le regole NBA questo non è possibile in America ma vi assicuro che avete nelle mani un'opportunità unica con grandi prospettive future.
Cosa vuoi dire ai cuori biancorossi che ti stanno leggendo?
Sempre e ovunque Forza Varese! Iscrivetevi al Basket Siamo Noi, un’iniziativa unica nel mondo sportivo che a lungo termine porterà grandi risultati.