Varese - 22 novembre 2019, 16:45

Intervento da primato su una bimba di 9 anni per l'Ortopedia pediatrica dell'ospedale Del Ponte

L'equipe del professor Riva ha sperimentato con successo una tecnica mai utilizzata prima per far recuperare ad una bambina l'uso del braccio dopo una frattura riportata durante il parto

I dottori Giacomo Riva e Andrea Ambrosoli

Le tecniche di rigenerazione ossea mediante osteogenesi in distrazione sono ormai ben collaudate nella chirurgia ortopedica. Non erano però mai state applicate per porre rimedio ad un caso di pseudoartrosi congenita dell'ulna.

Mai, fino a venerdì scorso, quando nelle sale operatorie dell'Ospedale Del Ponte di Varese, il dottor Giacomo Riva, responsabile della SS di Ortopedia pediatrica, afferente alla S.C. di Ortopedia e Traumatologia diretta dal professor Fabio D’Angelo, ha eseguito con successo proprio questo tipo di intervento su una bimba di nove anni.

La piccola è arrivata all'Ospedale Del Ponte con un problema al braccio destro: probabilmente a causa di una frattura riportata al momento del parto e mai guarita, la sua ulna non è cresciuta. Con il passare dei mesi e degli anni, mentre il radio cresceva, l'ulna restava sempre uguale, provocando nel tempo non solo deformità dell’arto, ma anche l'insorgere di dolori e di sempre più marcate difficoltà di movimento.

La pseudoartrosi congenita dell'ulna è una patologia di per sé molto rara. «La forma di Jasmine è ancora più rara, ne sono stati descritti solo una quarantina di casi in 11 articoli - spiega Riva – La maggior parte di questi piccoli pazienti è stata trattata con un intervento di recupero, definito “One bone for arm”, ma non volevamo seguire questa strada. Così, con il dottor Fagetti, chirurgo della mano, abbiamo pianificato una soluzione sino ad ora non descritta: riallineare il radio e ricostruire completamente l'ulna utilizzando tecniche di osteogenesi in distrazione, alle quali spesso facciamo ricorso per la cura di altri ambiti, ma in precedenza mai applicate, secondo letteratura, per un difetto così peculiare».

L'intervento, eseguito e pianificato dal dottor Riva, dal dottor Marciandi e dal dottor Proverbio e con l’aiuto prezioso degli specializzandi della scuola di Specialità dell'Insubria diretta dal professor Surace, è stato effettuato venerdì 15 novembre. Con l’ausilio di sofisticate tecniche anestesiologiche adoperate dal direttore del Servizio di Anestesia e Rianimazione del Del Ponte, Andrea Ambrosoli, e del dottor Andrea Crespi, ci sono volute quattro ore e mezzo e tra circa sei mesi la piccola dovrà sottoporsi ad una seconda operazione così che possa recuperare appieno la funzionalità dell'arto.

Per la piccola e per i suoi genitori, quindi, sarà necessaria ancora un po' di pazienza, con la consapevolezza, però, che la strada intrapresa è quella giusta e con l’obiettivo di raggiungere il traguardo con minori rinunce possibili.

Redazione