Truffe e riciclaggio di denaro da una parte, spaccio di cocaina dall'altra. Sono queste le accuse complessivamente a carico a vario titolo di due nigeriani di quarant'anni, uno residente nel Luganese l'altro in Italia, arrestati lo scorso 17 agosto dalla polizia cantonale ticinese. Il primo straniero, sul quale pendeva un mandato d'arresto della Magistratura ticinese per i reati di truffa e riciclaggio di denaro, è stato fermato nei pressi del valico autostradale di Chiasso Brogeda ed è in particolare sospettato di far parte di un sodalizio dedito alle cosiddette truffe nigeriane.
Si tratta di un raggiro noto da tempo alle nostre latitudini e che si articola, nelle sue numerose varianti, in più fasi. Da un lato, c'è l'attività criminale informatica vera e propria in danno di una vittima che viene convinta con una serie di sotterfugi e inganni a trasferire del denaro. Dall'altro la ricezione del provento dell'attività truffaldina da parte di persone (denominati Money Mules) che, reclutati ad hoc (di regola via internet) mettono a disposizione il proprio conto bancario o postale per l'accredito.
A questi ultimi viene infine chiesto dagli autori principali di inviare a loro volta il denaro tramite bonifico o previo prelievo a contanti, a terze persone che di regola non conoscono. Il tutto al fine di vanificare l'accertamento dell'origine, il ritrovamento o la confisca dei valori patrimoniali provento di reato.
In un secondo momento e nell'ambito dei successivi accertamenti, al domicilio dell'arrestato è stato quindi trovato e fermato il secondo 40enne, la cui perquisizione personale ha permesso di rinvenire diverse decine di "bolas" di cocaina.
Quest'ultimo è sospettato di aver spacciato negli ultimi due anni un importante quantitativo di droga a consumatori locali. Le ipotesi di reato nei suoi confronti sono di infrazione aggravata, subordinatamente semplice e di contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti.