L'immagine di Papa Francesco da solo, in piedi, in piazza San Pietro deserta e sotto la pioggia ha fatto il giro del mondo: nella nostra provincia il sindaco di Busto, Emanuele Antonelli, ha postato immediatamente le parole più belle del Pontefice («Da questo colonnato che abbraccia Roma e il mondo scenda su tutti, come un abbraccio consolante, la benedizione di Dio. Signore benedici il mondo, dona salute ai corpi e conforto ai cuori»).
«Dinanzi ad una piazza San Pietro vuota - ha scritto Antonelli - Papa Francesco ha usato parole emozionanti che voglio condividere con tutti voi».
Da settimane sembra che sia scesa la sera.
Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio: si sente nell’aria, si avverte nei gesti, lo dicono gli sguardi.
Ci siamo ritrovati impauriti e smarriti.
Ci sentivamo forti e capaci di tutto.
Ma la tempesta ha smascherato la nostra vulnerabilità e lasciato scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità.
Con la tempesta, è caduto il trucco di quegli stereotipi con cui mascheravamo i nostri ego sempre preoccupati della propria immagine; ed è rimasta scoperta, ancora una volta, quella (benedetta) appartenenza comune alla quale non possiamo sottrarci: l’appartenenza come fratelli.