State a casa, tre parole incomprensibili per troppe persone ancora.
Allora si mette al computer Ginetto Grilli, scrittore e cittadino benemerito di Busto Arsizio, che redarguisce gli irriducibili a modo suo. A 94 anni parla con l’autorevolezza di chi ha visto e vissuto tanto, senza mai scoraggiarsi ma rispettando le regole della civile convivenza e amando la sua comunità. Figurarsi ora che le regole sono vitali.
Non solo si può morire, si rischia di uccidere gli altri, dottori e infermieri in testa. Può suonare brutale, ma è così: la realtà è brutale, a causa nostra.
Lo volete ascoltare o no? Ginetto vi sgrida da saggio. Altrimenti non c’è proprio speranza, siete come l’unica parola che ci asterremmo dal tradurvi dal dialetto, ma si capisce benissimo.
Intanto... sta in cà.
E va bene, fai pure lo zoccone,
fai il furbone e lo scroccone,
esci pure senza ragione…
Tanto c’è sempre un dottore disposto a morire anche per te
cittadino scriteriato.
Par piasé scùltami men
che mumenti a gh’ho cent’an:
“Parché te ör maassi
e magari muì da quaión?
Sta in cá e möassi non!”
Ginetto Grilli
22 marzo 2020 Annus terribilis