Una lettera diretta e sincera, come solo le parole di ragazzini di terza media sanno essere.
Destinatario della missiva Giovanni Bloisi, meglio noto come il ciclista della memoria, che dalla sua Varano Borghi gira il mondo in sella alla sua bici tocca i luoghi dove si è fatta la storia, non solo dell’Italia, per omaggiare chi si è sacrificato per la libertà e la democrazia o per far tornare alla luce vicende e personaggi che rischiano altrimenti di finire nel dimenticatoio.
Bloisi è solito essere ospite delle scuole, soprattutto medie, per raccontare agli studenti dei suoi viaggi sulle due ruote e del significato che ci sta dietro. Gli studenti della Terza E della scuola Carducci di San Giorgio su Legnano, dopo averlo ascoltato in classe hanno deciso di scrivergli una lettera.
“Ci siamo incontrati nella nostra scuola in occasione del Giorno della Memoria – si legge nella missiva – e insieme abbiamo ricordato gli uomini e le donne che hanno cercato in tutti i modi di salvare altri uomini, altre donne e soprattutto tanti bambini dalla morte. Sui nostri libri di storia non troviamo le storie degli uomini semplici del nostro paese, i nomi che incontriamo sono quelli degli uomini importanti, troppi vengono dimenticati. Così come vengono dimenticate anche le azioni coraggiose che hanno contribuito, senza tanto clamore, a fare del bene”.
E da lì una serie di considerazioni degli alunni, su quanto ad esempio si possa fare in sella a una semplice bicicletta.
“Ci ha raccontato della sua ricerca personale del ‘perché è potuto accadere’ , della sua esperienza nel percorre luoghi di dolore dimenticati o che non si vogliono ricordare – prosegue la lettera della Terza E – ha fatto conoscere così a molti che non potevano sapere e a quanti non volevano ricordare ciò che è stato, noi abbiamo colto la forza e l’entusiasmo che l’ha sostenuta nell’unire tante persone, grazie ancora”.
Parole che ovviamente hanno colpito molto Giovanni Bloisi e la sua sensibilità.
«Leggendo la lettera mi sono emozionato – sottolinea il ciclista della memoria – vado spesso e volentieri nelle scuole a parlare con i ragazzi e devo dire che le loro reazioni ai miei racconti mi fanno avere molta fiducia in loro e nel futuro».