«Ciao Gabriella». In tanti, nel mondo del sindacato e dell'associazionismo varesino ma non solo, si stanno unendo nel ricordo e nell'ultimo saluto a Gabriella Sberviglieri, considerata un po' ovunque una donna straordinaria.
«Ha dedicato tutta la sua vita a combattere ogni forma di ingiustizia, e in favore dei diritti sindacali e dell’emancipazione femminile» scrive la Cgil di Varese che si stringe al marito Gianfranco Parodini e alla famiglia. «Gabriella ci mancherà - dice il segretario varesino della Cgil, Umberto Colombo -. La sua morte lascia un vuoto incolmabile per il grandissimo e generoso impegno che ha contraddistinto il suo agire sempre dalla parte delle lavoratrici e dei lavoratori. Gabriella ha insegnato a moltissimi di noi quanto sia importante la difesa dei diritti, in particolare quelli delle donne».
Le sue battaglie contro la violenza sulle donne, per la pace, la solidarietà, i diritti sociali e civili vengono ricordate anche da Giovanni Boschini, presidente dell'Arcigay Varese: «Gabriella è stata una donna tenace e combattente, sempre in prima linea a lottare contro le discriminazioni. Dalle prime manifestazioni a Varese contro l'omofobia nel 2015 fino al Pride e alla fondamentale lotta alle violenze di genere: le sue battaglie politiche e la sua determinazione ci hanno insegnato tanto. Lascerà un vuoto incolmabile».
Gabriella Sberviglieri aveva 77 anni ed era nata a Fagnano Olona: ha ricoperto un ruolo di primo piano nel sindacato dei tessili e in quello pensionati, poi nel campo dei diritti delle donne come consigliera di parità nominata dal Ministero del Lavoro, ed è stata tra le fondatrici del centro EOS per la tutela delle donne vittime di violenza.