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In Breve

| 23 settembre 2019, 14:27

Collasso Thomas Cook: 30mila turisti "intrappolati" alle Canarie e 600mila nel mondo. Fosse capitato a un tour operator italiano...

Rilanciata a scoppio ritardato, la notizia del crack del tour operator britannico Thomas Cook con cancellazione immediata di voli e pagamenti potrebbe provocare «la maggiore operazione di rimpatrio mai fatta in tempo di pace». Per le Canarie rischia di essere la crisi turistica "del secolo"

Collasso Thomas Cook: 30mila turisti "intrappolati" alle Canarie e 600mila nel mondo. Fosse capitato a un tour operator italiano...

Rilanciata a scoppio ritardato e sempre con meno rilievo di ciò che merita (fosse capitato a un'agenzia italiana, apriti cielo...) un'altra notizia inquietante si sta abbattendo sulle Canarie, un po' su tutta Europa e non solo: il collasso del tour operator britannico Thomas Cook abbandona, anzi intrappola sulle Isole Canarie qualcosa come 30mila turisti (600mila in tutto il mondo) attraverso la cessazione immediata delle operazioni della compagnia, come annunciato dalla CAA, l'ente del Regno Unito che regola l'aviazione civile. Risultato: cancellazione di tutti i voli e delle prenotazioni in corso e future, mancato pagamento ad alberghi, transfer e operatori sul posto

Un impatto devastante dal punto di vista turistico e con effetti drammatici anche nelle operazioni di rimpatrio dei turisti visto che il governo inglese dovrebbe rintracciare immediatamente centinaia di voli alternativi, mettendo in atto quella che secondo i media britannici sarebbe «la maggiore operazione di rimpatrio mai fatta in tempo di pace». Sono quattro milioni ogni anno i turisti che Thomas Cook conduce alle Canarie e ben si può intuire l'effetto economico che potrebbe generare questo crack.

Thomas Cook è il secondo tour operator più importante delle Canarie: tra gennaio e agosto di quest'anno, scrive "La Provincia" di Las Palmas, 2.6 milioni di visitatori sono arrivati ​​tramite questa compagnia, principalmente britannici, nell'arcipelago dell'Atlantico che è già alle prese con il crollo del turismo tedesco (-24,6% a Gran Canaria nel confronto agosto 2019-agosto 2018).
Il governo inglese, dunque, a cui la compagnia ha chiesto sostegno sabato scorso attraverso 200 milioni di sterline, sta preparando piani di emergenza per fare rientrare le decine di migliaia di turisti attraverso quello che sarebbe un vero e proprio esodo biblico.   

Ricordiamo che le Canarie sono già alle prese con l'annunciata chiusura di tutte le basi e dei voli Ryanair verso Gran Canaria, Tenerife e Lanzarote (leggi qui) e la «cessazione della vendita dei biglietti a partire dall'8 gennaio 2020», con conseguenza perdita di quasi 1 milione di posti volo del vettore irlandese verso le Isole da tutta Europa e ovviamente anche dall'Italia: questo non significa che non sia possibile anche ora acquistare biglietti della compagnia per le Canarie oltre la data fatidica dell'8 gennaio ma che questi biglietti dovrebbero essere poi rimborsati se Ryanair non farà marcia indietro e mantenesse ciò che ha dichiarato.

Redazione

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