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Sport | 18 luglio 2019, 09:22

LA FINE DEL CALCIO BIANCOROSSO. Io, bustocca, dico: «Ciao Varese, follemente ti aspetto»

Il commento schietto e appassionato di Marilena Lualdi, cuore tigrotto, sulla scomparsa del Varese: «I biancorossi forse li colgo solo in un momento come questo. Fragili, annichiliti, a guardare le proprie ceneri e a chiedersi se da lì qualcosa rifiorirà»

Damonte segna il gol della storica vittoria biancorossa a Marassi contro la Sampdoria: era il 6 gennaio 2012. Sette anni dopo il Varese non esiste più

Damonte segna il gol della storica vittoria biancorossa a Marassi contro la Sampdoria: era il 6 gennaio 2012. Sette anni dopo il Varese non esiste più

Bando agli equivoci subito: detesto la parola nemico. Avversario mi rimanda a un mondo di valori irresistibili. Duelli, mai agguati e un’impalpabile forma di giustizia.

Da bustocca, faccio fatica a stare dietro alla sofferenza del Varese, finché trovo un linguaggio comune. È quello salato del conto che ci presentano le lacrime. Pensi che non ci sia nulla più da fare e forse hai ragione: si può presentare un cavaliere vestito d’azzurro, ma ti dici che si sarà sbagliato ed era destinato a bussare alla porta accanto. Alla Pro Patria è accaduto davvero, ma perché nessuno mi ha dato un pizzicotto.

Chi è il nemico del mio nemico, che voglio continuare a chiamare così perché mi risuona così sfacciato, senza veli.

Il tempo, l’indifferenza, la sfacciataggine. Forse il nostro essere fuori tempo. Nella mia città la pallanuoto pochi giorni fa ha aperto la porta a Legnano e io qualche brivido l’ho avvertito, finché non ho capito.

Non è un nemico, il Legnano, il Varese e chi altri.

Il vero nemico sono io, la mia testardaggine nel focalizzare colui verso chi sono contro, per comodità. La comodità di non pensare chi sono io.

Per questo, e per qualche forma di perversione umana, il Varese forse lo colgo solo in un momento come questo. Fragile, annichilito, a guardare le proprie ceneri e a chiedersi se da lì qualcosa rifiorirà.

Conscia del fatto che non siamo migliori, che il calcio è lo specchio metaforico di queste due città, troppo tese a differenziarsi, per scoprire ciò che hanno in comune.

Magari anche solo il sapore delle lacrime, a turno. Ma io credo, molto di più.

Ciao Varese, follemente ti aspetto.

Marilena Lualdi


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