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Economia | 05 luglio 2019, 14:32

Finanza islamica: all'università dell'Insubria si studia come investire rispettando la Sharia

Quaranta professionisti potranno specializzarsi in questo mercato finanziario in forte ascesa nell’ambito del progetto Primed, a cui l’ateneo collabora con molte altre università dell’area mediterranea.

Finanza islamica: all'università dell'Insubria si studia come investire rispettando la Sharia

Investire rispettando la Sharia, la legge islamica? L'Università dell'Insubria di Varese e Como spiega come fare. La finanza islamica è presente in oltre 70 Paesi di tutto il mondo ed è in continua e rapida ascesa: oggi ha superato i 2500 miliardi di dollari di giro d’affari a livello globale e si dice possa arrivare a 4mila miliardi entro il 2021. Per questo l’Università dell’Insubria propone un programma di alta formazione nell’ambito del progetto Primed, che dal 20 dicembre 2018 coinvolge 22 università nella prevenzione del radicalismo e nell’interazione nello spazio trans-mediterraneo.

Secondo Moody’s gli investimenti in prodotti islamici, in settori differenti come viaggi, moda, media e tempo libero, industria farmaceutica e cosmetica, a fine 2018 dovrebbero aver raggiunto i 150 miliardi (le stime ufficiali sono al 2017). Ad esempio i sukuk, certificati di investimento per eccellenza conformi alla Sharia, a fine 2016 rappresentavano il 17% del settore e solo in quell’anno erano stati emessi titoli per 88 miliardi di dollari.

I referenti del progetto per l’Insubria Alessandro Ferrari, docente di Diritto Canonico, spazio del Mediterraneo, religioni, economia e culture, e Flavia Cortelezzi, docente di Politica economica internazionale, spiegano: «La Sharia, ovvero la legge canonica islamica, regola anche la gestione del denaro e la relazione tra rischio e profitto, oltre alle responsabilità sociali delle istituzioni finanziarie e degli individui. In questo sistema finanziario c’è il divieto del ribà, il tasso di interesse. È inoltre vietata la speculazione e l’introduzione di elementi di incertezza nei mercati. La finanza islamica bandisce l’investimento in beni e attività proibite dalla Sharia, come quelle, ad esempio, legate al tabacco, al commercio di armi, all’alcol e al gioco d’azzardo. Infine, la ricchezza derivata dagli investimenti deve essere distribuita in maniera equa (zakat). E proprio le ragioni etiche, come confermato anche dall’Economist, sono la base del recente successo della finanza islamica».

Il corso di alta formazione proposto dall’Insubria, gratuito in quanto completamente finanziato dal Miur, è aperto a 40 partecipanti: avvocati, commercialisti, giornalisti, imprenditori e manager che operano o intendono operare nei Paesi Islamici come consulenti aziendali, funzionari di istituti di credito o di enti governativi, impiegati in uffici amministrativi e fiscali di aziende. 

L’approccio didattico prevede l’alternanza di approfondimenti teorici e analisi di casi pratici con l’intervento di importanti esperti internazionali del settore, come Cedomir Nestorovic, Jamus Jerome Lim, Michael J.T McMillen.

Le lezioni, suddivise in 25 ore, cominceranno l’8 novembre nel Chiostro di Sant’Abbondio a Como il venerdì dalle 14.30 alle 17.30 e il sabato dalle 9.30 alle 12.30. Ci si può iscrivere fino al 10 ottobre scrivendo a valeria.ferraro@uninsubria.it o primed@uninsubria.it.

Redazione

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